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01-04-2011

Altre defezioni in Libia, figli Gheddafi cercano exit strategy

TMNews - Mentre la Nato annuncia un'inchiesta sull'operazione che avrebbe ucciso una quarantina di civili a Tripoli, le forze di Muammar Gheddafi hanno riconquiestato terreno nella giornata di ieri in Libia contro i ribelli. Tuttavia il regime sembra cercare una exit strategy: un emissario di Seif al Islam, il figlio 'riformista' di Gheddafi, si è recato in segreto a Londra per negoziare un'eventuale uscita dalla crisi. Secondo quanto riferisce il quotidiano britannico The Guardian, alcuni responsabili di Londra hanno incontrato Mohammed Ismail, funzionario libico molto vicino al figlio del colonnello.

Citando una fonte anonima del governo britannico, il quotidiano ha precisato che l'incontro segreto è stato uno dei tanti organizzati nelle ultime due settimane tra i due paesi. Secondo il Guardian, Ismail sarebbe stato inviato a Londra da Seif, con il consenso di altri due fratelli, Saadi e Mutassim. I tre figli di Gheddafi sarebbero decisi a tentare ogni strada per la fine della crisi in Libia, anche a dispetto della volontà del colonnello che ha più volte affermato di volere rimanere al potere.

Una delle possibili soluzioni che sarebbe stata discussa è quella di costringere Gheddafi alle dimissioni e insediare al suo posto il figlio Mutassim, attuale consigliere per la sicurezza nazionale, con la carica di presidente di un governo di unità nazionale ad interim.

E dopo dopo il ministro degli Esteri Mussa Kussa, altre persone vicine a Gheddafi avrebbero abbandonato il regime. Stando a quanto riferisce oggi l'emittente araba al Jazeera, un gruppo di alti funzionari libici avrebbe raggiunto la Tunisia per decidere cosa fare.

Secondo quanto riportano oggi alcuni quotidiani arabi, anche il Presidente del Comitato popolare libico (pari al Parlamento), Mohammad Abu al Qassim al Zawi, avrebbe abbandonato il regime, mentre il corrispondente di al Jazeera a Tunisi ha riferito della presenza nella capitale tunisina dell'ex premier libico, Abu Zayed Dordah.

Anche il nuovo Ambasciatore libico all'Onu, Ali Adbessalam Treki, a cui gli Usa hanno negato il visto, ha annunciato in un comunicato che non intende accettare alcun incarico dal regime. "Non dovremmo consentire che il nostro Paese sia abbandonato a un destino ignoto - si legge nella nota - la nostra nazione ha il diritto di vivere in libertà e in democrazia".


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