News

news list >>

10-03-2011

La Nato è pronta a intervenire e Sarkozy vuole i raid mirati

TMNews - La Nato è pronta a intervenire in Libia ma ha posto delle condizioni, mentre il presidente francese Nicolas Sarkozy ha intenzione di proporre ai suoi partner europei "raid aerei mirati", oltre al sabotaggio della catena di comando del colonnello Gheddafi. Intanto la Francia ha riconosciuto "come rappresentante legittimo del popolo libico il Consiglio nazionale provvisorio". Una notizia che ha fatto infuriare Tripoli che ha parlato di un "grave segreto" che farà cadere Sarkozy o ne causerà comunque il rinvio a giudizio.

Secondo le prime ricostruzioni la notizia, diffusa dall'agenzia libica Jana, fa riferimento a dei presunti finanziamenti elettorali illeciti. Anche da Strasburgo nel frattempo è arrivata la richiesta, in una risoluzione approvata a larghissima maggioranza dal parlamento Ue, che i governi del Vecchio continente riconoscano le autorità ribelli e lavorino per la costituzione di una no-fly-zone sui cieli libici.

La Nato è pronta a sostenere una missione umanitaria in Libia e a valutare anche "altre opzioni" come quella militare ma solo a patto che si realizzino tre condizioni ritenute necessarie: "una dimostrata necessità di intervento", "un chiaro mandato legale" e "un fermo supporto regionale", ha detto il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen. Intanto tre aerei Awacs sono entrati in azione. "Gli aerei, dotati di sistemi sofisticati di monitoraggio del cielo sulla Libia, ci forniscono migliori informazioni su cui discutere", ha detto una fonte diplomatica.

Intanto un cacciabombardiere dell'aviazione militare libica ha colpito delle posizioni ribelli a est di Ras Lanuf, centro petrolifero controllato dalle truppe anti-governative. Intanto il presidente del Consiglio nazionale dei ribelli libici, Mustafa Abdel Jalil, ha chiesto l'intervento della comunità internazionale per fronteggiare la repressione di Gheddafi. "In mancanza di una no-fly zone - ha detto - annienterà il popolo libico". Da domenica risultano inoltre dispersi nella zona di Zawiyah un reporter del Guardian e uno del quotidiano brasiliano Estado de Sao Paulo.

Un appello rivolto soprattutto a Nato e Unione europea, impegnati a Bruxelles in una maratona diplomatica tra i ministri degli Esteri Ue e della Difesa Nato, e successivamente dei capi di Stato e governo dell'Ue sugli strumenti per rispondere alla crisi libica e alle sue potenziali devastanti ripercussioni sull'Occidente. E anche il colonnello muove le sue pedine. Ieri ha intrapreso un tentativo di offensiva diplomatica in Europa, inviando un suo emissario, Taher Siyala, a Malta e in Portogallo per incontrare i ministri degli Esteri di questi due. Siyala è poi volato alla volta di Atene per incontrare il viceministro degli Esteri greco Dimitris Dollis.

Il fronte degli occidentali è tutt'altro che compatto sul modo di affrontare il caso libico. Secondo fonti diplomatiche, "ci sono diverse opinioni" all'interno dell'Ue, di cui 21 membri appartengono anche all'Alleanza Atlantica, soprattutto sulla no-fly zone prevista da un progetto di risoluzione presentato da Francia e Regno Unito al Consiglio di Sicurezza dell'Onu. Una "no fly zone totale non è un videogioco, è una misura seria che va attuata con azioni di forza" ha detto il ministro degli Esteri Franco Frattini.

Nel frattempo la Russia, che all'Onu potrebbe bloccare una risoluzione del Consiglio di sicurezza per una no-fly zone, rendendo un intervento più difficile, ha firmato il decreto di embargo sulla vendita di armi a Gheddafi: l'embargo fa parte delle sanzioni stabilite dal Consiglio di Sicurezza dell'Onu contro Tripoli.

Intanto il presidente del Comitato internazionale della Croce Rossa (Cicr), Jakob Kellenberger ha ammesso di essere pronto "al peggio" in Libia, parlando di "guerra civile". Ha spiegato: "Dobbiamo sempre essere pronti al peggio e dobbiamo prepararci a un'escalation di combattimenti". Per il presidente della Croce rossa "ci troviamo di fronte a un conflitto armato non internazionale".


  • it
  • en
  • fr
  • es