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01-03-2011

Gheddafi minaccia il mondo ma forse tratta la resa

L'Unità - Si combatte e si negozia. Battaglia finale o via di uscita in extremis. Il “martire” dichiarato riminaccia di “schiacciare i ratti”, accusa gli amici occidentali di averlo tradito, intanto, però, nomina un mediatore. «Tutto il popolo mi ama. Sarebbe disposto a morire per proteggermi», giura il Colonnello alla Bbc.

E ancora: «Forse gli Usa vogliono occuparci», avverte Gheddafi in una intervista a Abc, Bbc e Sunday Times. Il raìs è un “terminator” mediatico. Inarrestabile. Gheddafi confida alla Bbc di essersi sentito tradito da alcuni Paesi occidentali con i quali aveva costruito relazioni negli ultimi anni e li accusa di aver tentato di colonizzare la Libia.

ATTACCO A CAMERON Secondo Christiane Amanpour della Abc, che ha partecipato alla stessa intervista, Gheddafi ha detto: «Sono sorpreso dal fatto che pur avendo una alleanza con l'Occidente per combattere al Qaeda, adesso che stiamo combattendo i terroristi ci hanno abbandonato». Sicuro di sé, il raìs dice alla inviata dell’Abc di «non aver visto manifestazioni contro di lui per le strade di Tripoli». E aggiunge: «I veri libici non manifestano».

Nell’intervista plurima – Abc, Bbc, Sunday Times– Gheddafi parla anche di Obama: il presidente Usa è «una brava persona» ma è stato probabilmente «disinformato», afferma il raìs, aggiungendo che «le dichiarazioni che gli sono state attribuite forse sono state fatte da qualcun altro. L'America non è la polizia internazionale del mondo».

Poi se la prende con il premier britannico David Cameron, sfidandolo a mostrargli le prove dei suoi presunti fondi segreti. In uno scatto d’ira, la “Guida della rivoluzione” confessa che vorrebbe cavare gli occhi ai leader occidentali con le sue stesse dita.

Interviste a raffica Nell'intervista con il piccolo gruppo di giornalisti occidentali il Colonnello sostiene di non aver mai ordinato di sparare sui manifestanti. Nega anche di voler usare armi chimiche una volta messo alle strette: «Sono armi terribili, non vedo come uno possa usarle contro i nemici, figuriamoci contro il proprio popolo», risponde il rais libico. La Libia avrebbe ancora nei suoi arsenali alcune tonnellate di iprite.

TRANQUILLO E RILASSATO Il raìs ha poi escluso l'eventualità di un suo esilio dalla Libia, ventilata ieri dalla Casa Bianca: «Chi lascia il proprio Paese?». Hillary Clinton sull’ipotesi dell’esilio si è limitata a dire: «Vogliamo la fine delle violenze » in Libia e se la violenza potesse finire con la partenza del leader libico, «questo potrebbe essere un buon passo, ma naturalmente crediamo nella responsabilità», quindi nel fatto che Gheddafi debba dover rispondere «per quel che ha fatto», ha detto Clinton in una conferenza stampa a Ginevra conunimplicito riferimento ad una corte internazionale per il raìs.

Gheddafi ha parlato con i giornalisti in un ristorante di Tripoli. Era tranquillo e rilassato, racconta il giornalista della Tv britannica, Jeremy Bowen. Sparare e negoziare. Minaccia la guerra totale. Giura che non lascerà mai la Libia. Intanto, però, Gheddafi, stando a quanto rivelato da Al Jazira, nomina un negoziatore incaricato di trattare con i rivoltosi: è il capo dei servizi segreti per l'estero Bouzaid Dordah. Mentre a Tripoli va in scena il Gheddafi-show, Bengasi si prepara alla guerra. Spera di evitarla, ma prende «misure di precauzione».


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