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22-02-2011

Esplode la rivolta in Libia e Gheddafi appare in tv: Sono a Tripoli

Peace reporter - In Libia è una vera e propria guerra civile e la comunità internazionale ha duramente condannato l'uso della violenza da parte delle forze armate a Tripoli. Intanto il colonnello Muammar Gheddafi è apparso in televisione per smentire le voci circolate ieri che lo davano in fuga dalla Libia e forse già riparato in Venezuela.

Secondo l'International Federation for Human Rights (IFHR), una ong con sede a Parigi, sono circa una decina le città in mano agli insorti. Oltre a Bengasi, dice Ifhr, i ribelli hanno preso il controllo di Sirte e Torbruk oltre che di Misrata, Khoms, Tarhounah, Zenten, Al-Zawiya e Zouara.

"Vedrò i giovani in piazza Verde. Per dimostrare che sono a Tripoli e non in Venezuela, e smentire le televisioni, questi cani", ha detto il colonnello, ripreso dalla televisione di stato libica nella sua residenza di Bab Al Aziziya, a Tripoli. Intanto sulla capitale, secondo Al Jazeera, sono ripresi i raid dell'aviazione.

Testimoni parlando di aerei e elicotteri in azione e di "mercenari" che sparano sui civili in città. A confermare il ricorso all'aviazione contro i civili è lo stesso ambasciatore libico in India Ali al-Essawi, che ieri si è dimesso. L'ambasciatore ha chiesto all'Onu di chiudere lo spazio aereo libico "per proteggere la popolazione" e ha aggiunto di poter confermare la presenza di mercenari nel Paese.

Le immagini diffuse dalla televisione hanno mostrato Gheddafi, in cappotto, che sale su un'automobile, con un ombrello in mano per proteggersi dalla pioggia, davanti alla sua residenza-caserma di Bab Al Aziziya. Intanto il Consiglio di sicurezza dell'Onu si riunirà oggi per discutere della crisi. L'annuncio è arrivato dal segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, che ha aggiunto di aver parlato direttamente con il rais, invitandolo a "porre fine alle violenze".

Anche gli Stati Uniti hanno chiesto alla Libia di mettere fine a "un bagno di sangue inaccettabile": lo ha detto il capo della diplomazia americana, Hillary Clinton.

Intanto sono iniziati i rimpatri dei cittadini occidentali che si trovano in Libia. Un C-130 dell'aeronautica militare italiana partirà oggi per far tornare "i primi 100 italiani dalla città libica": lo ha confermato il ministro della Difesa, Ignazio La Russa.

C'era molta attesa per la dichiarazione del presidente del Consiglio sulla crisi libica. Silvio Berlusconi si è detto "allarmato per l'aggravarsi degli scontri e per l'uso inaccettabile della violenza sulla popolazione civile. L'Unione Europea e la Comunità internazionale dovranno compiere ogni sforzo - ha aggiunto il premier - per impedire che la crisi libica degeneri in una guerra civile dalle conseguenze difficilmente prevedibili, e favorire invece una soluzione pacifica che tuteli la sicurezza dei cittadini così come l'integrità e stabilità del Paese e dell'intera regione".

RALLENTANO FORNITURE DI GAS ALL'ITALIA
I flussi di gas importato dalla Libia in Italia attraverso il gasdotto Greenstream avrebbero subito un rallentamento a partire da ieri sera e la situazione "è in peggioramento". Lo riferiscono fonti vicine al dossier, secondo quanto riportato dalla Staffetta Quotidiana, giornale specializzato sui temi dell'energia.

SMENTITI I MASSACRI
La tv di Stato libica ha smentito le voci di "massacri" nel Paese. "Dicono che vi siano stati massacri in diverse città e villaggi della Libia. Dobbiamo lottare contro queste menzogne e semplici voci che sono gli strumenti di una guerra psicologica" dice il sottotitolo che viene continuamente trasmesso su banda rossa sulla televisione Al-Jamahiriya. Queste informazioni, prosegue la scritta "vogliono distuggere il vostro morale, la vostra stabilità, le vostre ricchezze".

IL BILANCIO DELLE VITTIME
La repressione in corso in Libia ha causato in una sola giornata almeno 160 morti: è la stima avanzata dalla rete satellitare Al Arabiya, mentre Al Jazeera parla di almeno 250 vittime nei bombardamenti aerei sulla capitale. Ieri mattina l'organizzazione umanitaria Human Rights Watch aveva fornito un bilancio totale di 233 morti dall'inizio delle manifestazione: secondo la Federazione Internazionale della Lega per i Diritti umani (Fidh) tuttavia il numero delle vittime sarebbe compreso fra i 300 e 400.


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