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03-02-2011

Nuovi scontri al Cairo, l'opposizione: No al dialogo

TMNews - Resta alta la tensione al Cairo, dopo le violenze tra manifestanti pro e contro il presidente Hosni Mubarak e gli scontri scoppiati di nuovo a piazza Tahrir, che hanno costretto l'esercito a intervenire. Uno straniero è stato picchiato a morte nella capitale egiziana ed è stato anche assaltato l'hotel dei giornalisti nella capitale. Al Jazeera ha dato notizia di cecchini in piazza che sparano sulle persone. Sul fronte politico, il governo ha annunciato l'avvio del dialogo con "i partiti politici e le forze nazionali", ma l'opposizione guidata da Mohamed ElBaradei ha ribadito il suo rifiuto al negoziato fino a quando Mubarak rimarrà alla guida del Paese. Dura la condanna di Stati Uniti e Paesi europei delle violenze scoppiate nel Paese "dopo molti giorni di manifestazioni sempre pacifiche". .

Il premier egiziano Ahmed Shafiq ha chiesto scusa per gli scontri in piazza, annunciando l'avvio di un'inchiesta. Violenze che sono proseguite la notte scorsa, con colpi di arma da fuoco esplosi contro i manifestanti presenti in piazza, e che hanno causato almeno sette morti e oltre 800 feriti. Sarebbero così 11 le vittime delle ultime 24 ore. Oggi sono dovuti intervenire i carri armati dell'esercito per far arretrare i sostenitori di Mubarak, che avevano superato il cordone di sicurezza creato dalle forze armate per tenere a distanza i due fronti, innescando nuovi scontri con lanci di pietre.

Da parte sua, il vicepresidente egiziano, Omar Suleiman, ha annunciato oggi di aver avviato il "dialogo" con "i partiti politici e le forze nazionali", ma la principale forza di opposizione ha fatto sapere di non essersi seduta al tavolo del negoziato. Quando Mubarak lascerà, siamo pronti a dialogare con Suleiman", ha detto un portavoce dell'opposizione.

Sul fronte internazionale, i leader di Italia, Francia, Germania, Regno Unito e Spagna hanno diffuso una dichiarazione congiunta in cui chiedono che il processo di transizione inizi "subito", come già fatto dagli Stati Uniti, e hanno condannano "coloro che usano e incoraggiano la violenza".


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