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31-01-2011

Egitto, settimo giorno di protesta. Stranieri pronti a lasciare il Paese

Adnkronos - Sono diversi i Paesi che si stanno adoperando per evacuare i loro connazionali dall'Egitto, dove oggi si tiene il settimo giorno di protesta contro il governo di Hosni Mubarak. Canada, Cina, Giappone, Iraq, Kuwait, Turchia e altri Stati hanno annunciato che invieranno voli charter per portare i propri cittadini fuori dall'Egitto, dove oltre 150 persone sono rimaste vittime della rivolta e migliaia di altre sono state ferite.

Intanto una manifestazione di massa viene invocata per domani dall'opposizione egiziana. ''Un milione di persone in piazza'' al Cairo, chiedono i manifestanti, per rovesciare il regime di Hosni Mubarak, da 30 anni alla presidenza del Paese. L'appello viene dal Movimento 6 aprile, che vuole così 'celebrare' una settimana dall'inizio della maggiore protesta anti governativa in trent'anni in Egitto.

Sono diverse centinaia le persone che rimangono accampate nella centrale piazza Tahrir sfidando il coprifuoco proclamato dall'esercito. La sensazione è che non ci sia fiducia nelle promesse di riforme politiche ed economiche fatte da Mubarak e considerate ''troppo poche, troppo tardi''. Secondo al-Jazeera, alla polizia è stato ordinato di tornare nelle strade oggi. ''Stiamo aspettando un comunicato del ministero degli Interni'' che lo confermi, ha detto il corrispondente della tv qatariora. Al momento ''l'assenza della polizia ha dato mano libera ai saccheggiatori, obbligando i cittadini comuni a istituire pattuglie di quartiere. Molte persone si chiedono dove sia finita la polizia'', riferisce ancora l'emittente satellitare.

Il governo egiziano ha nel frattempo imposto per oggi un coprifuoco a partire dalle 15 ora locale (le 14 in Italia) fino alle 8 di domani mattina. Lo riporta l'emittante satellitare al-Jazeera, dopo che questa notte, come è avvenuto per tutta la scorsa settimana, il coprifuoco è stato ampiamente ignorato dai manifestanti. Intanto la piattaforma satellitare NileSat, la più utilizzata dai telespettatori arabi, continua a non diffondere il segnale di al-Jazeera, che ha annuncianto la trasmissione attraverso altre frequenze.

Dal canto suo Israele ha inviato un messaggio confidenziale agli Stati Uniti e ad alcuni Paesi membri dell'Unione europea affinché frenino le loro critiche a Mubarak per preservare la stabilità della regione. L'obiettivo di Gerusalemme è quello di convincere i suoi alleati che è nell'interesse dell'Occidente mantenere la stabilità del regime egiziano. Una presa di posizione, quella del governo di Benjamin Netanyahu, che segue la svolta di Washington, con il presidente Barak Obama che ha chiesto al Cairo una ''transizione ordinata verso la democrazia'' e spinto Mubarak a lasciare il potere. Israele ha mantenuto un basso profilo riguardo agli eventi egiziani, tanto che Netanyahu ha ordinato ai suoi ministri di evitare commenti pubblici in merito.

Oggi i ministri degli Esteri dell'Unione europea discuteranno la questione dell'Egitto in una sessione speciale a Bruxelles.


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