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29-01-2011

Egitto, ancora proteste: il governo si dimette Spari sulla folla, El Baradei: «Via Mubarak»

L'Unità - EL BARADEI, OGGI IN PIAZZA CONTRO MUBARAK
«Scenderò in piazza oggi con i miei colleghi per contribuire a un cambiamento e per dire al presidente Mubarak che se ne deve andare».

EGITTO: ATTI DI VANDALISMO A MUSEO EGIZIO DE IL CAIRO Circa 40 persone sono state arrestate stamani da militari egiziani dopo che erano stati colti in flagrante mentre compivano atti di vandalismo e tentavano di trafugare reperti archeologici dal celebre Museo egizio del Cairo.

EGITTO: TV, GOVERNO SI È DIMESSO

AL JAZIRA, 53 MORTI IL BILANCIO PROVVISORIO
È di 53 morti il bilancio provvisorio delle vittime nelle manifestazioni di protesta in corso in tutto l'Egitto da martedì scorso, lo calcola la Tv araba Al Jazira. L'emittente precisa che nelle ultime ore cinque morti si sono registrati a Damnhur nel delta del Nilo.

30 CADAVERI TRA CUI 2 BAMBINI AL CAIRO
Trenta corpi, tra cui quelli di due bambini, sono stati portati all'ospedale Damardash del Cairo in seguito ai disordini di ieri. Lo riferiscono fonti sul posto.

EL BARADEI: DISCORSO DI MUBARAK «INSULTO» AI CITTADINI
Hosni Mubarak «se ne deve andare». Lo chiede a gran voce dai microfoni di France24 uno dei leader dell'opposizione, Mohammed ElBaradei, secondo il quale il discorso televisivo pronunciato ieri sera tardi dal presidente egiziano è «offensivo», «un insulto all'intelligenza» dei cittadini egiziani e «una provocazione», nell'offrire solo la formazione di un nuovo governo.

ESERCITO, NIENTE RADUNI, RISPETTARE COPRIFUOCO
Le forze armate hanno «invitato i cittadini ad evitare assembramenti e a rispettare il coprifuoco»: lo hanno annunciato la tv e la radio di Stato egiziane riferendosi al divieto di circolare nelle ore notturne.

IN CINA CENSURATA LA PAROLA 'EGITTO' SUI SOCIAL NETWORK
La parola «Egitto» è stata censurata in Cina su diversi siti di blog e social network, come sina.com e sohu.com, equivalenti di Twitter (censurato). Se si immette la parola «Egitto» compare la seguente risposta: «Secondo le leggi in vigore, il risultato della vostra ricerca non può essere comunicato».

AL JAZEERA: OLTRE 50 MORTI IN SCONTRI DI IERI
Sono oltre 50 le persone rimaste uccise negli scontri di ieri in Egitto, mentre sono oltre 1.000 i feriti. Lo riferisce l'emittente araba al Jazeera sul suo sito on line, precisando che «almeno 23 morti sono stati confermati ad Alessandria, almeno 15 a Suez e altri 15 al Cairo». La conferma arriva dagli obitori delle tre città.

EL BARADEI, MUBARAK DEVE ANDARSENE
L'ex direttore generale dell'Aiea e leader di uno dei movimenti di opposizione egiziani ha detto oggi in un'intervista a France 24 che il presidente Hosni Mubarak «deve andarsene».

VIOLENTI SCONTRI TRA MANIFESTANTI E POLIZIA A ISMAILIA Violenti scontri sono scoppiati oggi nella città di Ismailia, sul canale di Suez, tra le forze dell'ordine e i manifestanti che chiedono le dimissioni di Mubarak.

WIKILEAKS, APPOGGIO SEGRETO USA A CAPI RIVOLTA 2008, AMBASCIATA APPOGGIÒ PIANO PER 'CAMBIO DEMOCRATICÒ 2011 Gli Stati Uniti, pur appoggiando in Egitto il governo alleato di Hosni Mubarak, da almeno tre anni sostengono segretamente alcuni dissidenti che sarebbero dietro la rivolta di piazza di questi giorni come parte di un piano per favorire un «cambio di regime» in senso democratico al Cairo nel 2011: è quanto rivela oggi il sito del quotidiano britannico The Telegraph, che cita un documento diplomatico segreto pubblicato dal sito Wikileaks.

AL JAZIRA, 23 I MORTI AD ALESSANDRIA
Alessandria d'Egitto, 29 gen. - Sono almeno 23 i morti nelle proteste ad Alessandria d'Egitto: a riferirlo è Al Jazira. L'emittente panaraba sostiene che un suo giornalista ha visto i cadaveri con colpi d'arma da fuoco in una camera mortuaria della città.

PORTAVOCE, NUOVO GOVERNO GIÀ OGGI
Il governo uscente egiziano presenterà formalmente le proprie dimissioni in una riunione che dovrebbe iniziare verso mezzogiorno (le 11 ora italiana) e un nuovo esecutivo dovrebbe essere formato entro oggi.

CNN, CARRI ARMATI CIRCONDANO PIAZZA TAHRIR

MIGLIAIA DI MANIFESTANTI NEL CENTRO DEL CAIRO
Sono migliaia i manifestanti tornati in piazza questa mattina nel centro del Cairo per scandire slogan contro il presidente Hosni Mubarak. «Vattene, Vattene», ha urlato la folla all'indomani del discorso del Rais che ha promesso riforme e un nuovo governo per placare le proteste dilagate in tutto il Paese. I manifestanti si sono radunati in piazza Tahrir.

AL JAZIRA, PIÙ DI 20 MORTI AD ALESSANDRIA
La tv satellitare araba Al Jazira sostiene che il suo corrispondente ha visto più di 20 cadaveri di manifestanti ad Alessandria d'Egitto.

RETE TELEFONIA MOBILE PARZIALMENTE RIATTIVATA
La rete di telefonia mobile è stata parzialmente riattivata questa mattina in Egitto, dopo che per tutta la giornata di ieri è stato impossibile telefonare ed accedere ai servizi internet

La polizia, appoggiata dall'esercito, ha esploso colpi in una via laterale del centro del Cairo che conduce a piazza Tahrir dove è in corso un raduno di protesta ma non è chiaro se si siano stati sparati proiettili veri o solo di gomma Lo riferisce un testimone sul posto. Nella strada i manifestanti sono fuggiti.

Il Cairo brucia. Come Alessandria, Suez, Ismailia, Porto Said. Il venerdì della collera ha incendiato le folle e le piazze egiziane e il coprifuoco imposto a metà pomeriggio non è servito a riportare la calma, costringendo l'esercito a intervenire.

In nottata, il presidente Hosni Mubarak ha rotto il silenzio e dagli schermi tv ha parlato alla Nazione annunciando il siluramento del governo e il varo domani di un nuovo esecutivo. Nemmeno la misura senza precedenti, come l'ha definita il Segretario di stato Usa Hillary Clinton, di spegnere internet e l'intera rete di cellulari in Egitto è servita a contenere le folle, che si sono ritrovate all'uscita della preghiera del venerdì, così come indicavano gli appelli alla mobilitazione diffusi su Facebook nei giorni scorsi.

Ieri è stato l'inizio di una giornata di scontri e di sangue, conclusasi con un bilancio di almeno una ventina di morti, di cui undici solo a Suez, cinque al Cairo, due a Mansura e uno nel Sinai. Dall'inizio, martedì scorso della 'rivoluzione del 25 gennaiò, le vittime sono almeno 25 o 26.

Nella sola capitale i feriti sono oltre mille. Anche le truppe su blindati e mezzi cingolati hanno avuto difficoltà a domare i manifestanti. In serata, sulle tv arabe, e su twitter si sono susseguiti messaggi che parlavano di vip e tycoons in fuga precipitosa dal Paese su aerei privati, a anche di «responsabili»: tanto che erano girate voci che lo stesso presidente Mubarak stesse lasciando il Paese e che il suo abbandono sarebbe stato annunciato dal presidente del Parlamento in un discorso.

Ma a parlare è stato invece Mubarak, che - oltre ad annunciare il cambio di governo - si è detto «estremamente dispiaciuto» per le vittime e ha invitato a interrompere immediatamente gli atti di violenza e sabotaggio: le violenze sono un «complotto per destabilizzare la società», ha accusato il presidente, denunciando la presenza di «infiltrati».

I «nostri obiettivi - ha sottolineato - non saranno raggiunti con la violenza ma con il dialogo nazionale». Dopo il crescendo di manifestazioni che sono andate ingigantendosi man mano che avanzavano per le città egiziane, è cominciata nel primo pomeriggio la guerriglia urbana al Cairo. Polizia contro manifestanti, pietre e bottiglie contro lacrimogeni.

Dopo ore di scontri violenti Mubarak ha deciso di imporre il coprifuoco dalle 18 alle 7 del mattino. La rivolta, che in serata ha preso una piega ancora più violenta quando i manifestanti al Cairo hanno cominciato ad appiccare il fuoco ad autoblindo e al palazzo sede del partito del presidente, ha accolto in patria il leader del Movimento per la Riforma Mohammed el Baradei, rientrato ieri per partecipare alle manifestazioni odierne.

Ma alla marcia l'ex capo dell'Agenzia Atomica Internazionale non è mai andato. Dopo essere andato in una moschea nel quartiere di Giza, ed esservi rimasto bloccato all'interno, facendo pensare per qualche tempo che fosse stato arrestato, El Baradei è uscito e si è recato a casa, dopo è rimasto. Infondate, hanno detto alcuni familiari, anche le voci che fosse stato posto agli arresti domiciliari.

L'esercito ha cominciato a dispiegarsi nelle strade delle città egiziane verso le 19 locali, le 18 in Italia, accolto con entusiasmo dalla folla che aveva a lungo invocato il suo intervento per mettere fine alle violenze di strada. Subito dopo ha cominciato a schierarsi attorno ai siti sensibili nelle capitale, ad Alessandria e a Suez. Al Cairo le truppe hanno preso possesso della televisione di stato dopo che un gruppo di manifestanti aveva tentato di occuparla.

L'esercito ha anche messo in sicurezza il museo del Cairo, che secondo voci incontrollate era stato saccheggiato in serata. Secondo la tv Al Jazira un gruppo di persone ha anche fatto una catena intorno all'edificio per fare da scudo umano. Le scene di violenza in tutto l'Egitto hanno suscitato grande apprensione nelle diplomazie internazionali preoccupate che venga inghiottito dall'instabilità un paese baluardo degli Usa e dell'Occidente nella Regione.

L'appello di Obama
Obama avverte Hosni Mubarak di non usare la forza contro i dimostranti, arrivati al quinto giorno di proteste in piazza nelle principali città egiziane. In un breve discorso dalla Casa Bianca venerdì sera, il presidente Usa ha detto di aver parlato al telefono con l`omologo egiziano e di averlo avvertito che «la prima preoccupazione è di evitare ferimenti e perdita di vite».

Pur non allineando la posizione statunitense con quella dei dimostranti che domandano le dimissioni di Mubarak, Obama ha detto che «il popolo egiziano ha dei diritti universali tra cui il diritto di assembramento pacifico» e che «sarà il popolo egiziano a determinare il futuro dell`Egitto». Tuttavia Obama non ha voluto rompere con un presidente che è stretto alleato di Washington da quando è salito al potere nel 1980: «Ci saranno giorni difficili, ma gli Stati Uniti continueranno a sostenere i diritti del popolo egiziano», ma anche «a lavorare con il governo».

 


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